Ingroup/outgroup dynamics and agency markers in Italian parliamentary language. A gender-based socio-psychological analysis of the speeches of men and women deputies (2001 and 2006).

The most recent literature on gender differences in language use has shown that the Italian political communication enacted by men and women parliamentarians only partly reflects and reproduces the asymmetries and stereotypes widespread in society. Starting from an anti-essentialist perspective, which holds that language differences between men and women speakers are much less extensive than claimed in the past, we analysed 463 parliamentary speeches in the course of the XIVth legislature (5-2001 / 4-2006) in four parliamentarian pairs, differentiated by gender and political orientation. The general aim was to explore the socio-psychological constructs of agency and ingroup/outgroup dynamics as revealed by linguistic behaviour in men/women parliamentarians. The two constructs were detected by specific linguistic markers in the interventions of men/women parliamentarian pairs. Specifically, for agency, we detected: (1a) pronoun variations between singular and plural first person (I, we); (1b) amplitude of we as either specific or superordinate; (1c) conditional modal form of verbs. For ingroup/outgroup dynamics, we detected: (2a) pronoun variation between first and second plural person (we vs. you) and (2b) their valence. Lexicographical analysis was carried out with statistical packages TaLTaC2 and TreeTagger on a corpus of 432,671 words. Chi-square and z-test were applied to word frequencies, while Student’s t-tests were applied to gender comparisons. The results showed reduced variability between men/women parliamentarians in the use of linguistic devices, confirming the weakness of the essentialist and binary logic that has long dominated the field of studies on language and gender

Italian Political Communication and Gender Bias: Press Representations of Men/Women Presidents of the Houses of Parliament (1979, 1994, and 2013)

The study considers mass media communication as intertwined with social norms, as assumed by the perspective of social representations. It explores the Italian press communication by focusing on three pairs of men and women politicians with different political orientations and all serving as presidents of the Houses of Parliament in three legislatures. The article concentrates on five newspapers in order to sound out the presence of a possible gender bias in favor of men in the coverage. It explores the strategic use of language to enhance or penalize the role of women politicians. In order to scrutinize the role of gender visibility and discrimination, the study compares how women and men presidents are named and examines the linguistic sexism/nonsexism used for women politicians also in relation to the ideological/cultural orientations of newspapers. Thereby, 591 headlines were collected and analyzed with SPAD-T statistical package. The results, for some cases, confirm the trends revealed in the international literature, in other cases, disprove expectations

Modelli di triangolazione nella ricerca storiografica. Per un programma di ricerca ibridato.

I modelli di triangolazione nascono all’interno della ricerca qualitativa (Denzin, 1978, 2012) nella consapevolezza della complessità dell’oggetto di studio che, per questo, deve essere esplorato da punti di vista diversi – teorici, metodologici dei dati, dei ricercatori, delle discipline – in grado di restituirne la complessità originaria. Nella recente terza fase in cui si trovano (inquadrata in uno strong program), essi sono diventati a tutti gli effetti «un’estensione di un programma di ricerca» che richiede la contaminazione o ibridazione dei loro retroterra teorici ed epistemologici (Flick, 2017: p. 54). Il programma di ricerca qui illustrato, muovendosi all’interno di questo punto di vista, illustra la possibilità di introdurre la triangolazione nell’analisi storica sulla psicologia sociale italiana. A livello teorico e metodologico si è declinata insieme tradizione bibliometrica e narrativa, analisi quantitativa e qualitativa. Attraverso tale confronto i modelli di triangolazione messi in essere hanno evidenziato la stretta interrelazione tra analisi scientifica e narrazione (cfr. Topolski, 1997) consentendo di delineare un quadro generale della storia della psicologia sociale italiana fino al 1954. Un quadro in grado di dare risposte a diversi interrogativi relativi alle identità composite delle psicologie sociali autoctone (indigene, cfr. Danziger, 2006; Pickren, 2009), al loro dialogo con tradizioni disciplinari differenti, alla loro partecipazione al dibattito internazionale, alla scomparsa di alcune prospettive caratterizzanti gli albori di questa disciplina, alla rimozione di voci che invece al tempo avevano giocato un ruolo preponderante. Ma anche un quadro che lascia aperte ipotesi, dubbi e incertezze che, attraverso le diverse possibili decifrazioni indiziarie (Ginzbuurg, 1986), attendono nuovi riscontri, interpretazioni e narrazioni

Editorial

Viene presentata l'articolazione del numero monografico in riferimento alle due prospettive teoriche - quella critica e quella mainstream - entro cui sono inquadrabili i vari contributi relativi alla relazione tra politica e linguaggio. I contributi sono, con una sola eccezione, riconducibili a ricerche empiriche condotte con differenti approcci teorico-metodologici e disciplinari. Gli studiosi che hanno partecipato al volume sono infatti psicologi/he sociali, statistici, sociologi e linguisti. Mentre gli approcci teorici vedono riferimenti alla teoria delle rappresentazioni sociali, al discorsivismo, all'analisi psicologico sociale degli etichettamenti linguistici, alla funzione delle metafore nel linguaggio politico, alla distinzione tra marcatori di linguaggio astratto e concreto. Nell'insieme viene presentato un quadro ricco e variegato in grado di offrire chiavi interpretative della realtà politica attraverso un focus sul linguaggio